Economia e moneta
Economia
Gli Emirati Arabi Uniti hanno un'economia aperta, con il sesto reddito pro-capite del mondo. Le esportazioni di petrolio e di gas naturale svolgono un ruolo importante nell'economia dello Stato, soprattutto in quella di Abu Dhabi. Oltre l'85% dell'economia degli Emirati Arabi Uniti si basa sulle esportazioni di risorse naturali. L'industria metallurgica (soprattutto dell'alluminio, dell'acciaio, del ferro) insieme al settore tessile sono capaci di produrre una quantità molto significativa del PIL e si prevede che entro i prossimi 40-60 anni, di superare le entrate derivanti dal petrolio e le esportazioni di gas naturale.
Per quanto riguarda il settore dello spettacolo è in costruzione Dubailand, che dovrebbe essere due volte le dimensione di Disney World, e la Dubai Sports City, che non solo fornirà la "casa" per le squadre sportive locali, ma può far parte della futura offerta olimpica degli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, la preoccupazione principale è che questo boom edilizio, costruito sul debito e sulla speculazione, possa creare una crisi del bilancio statale, come è accaduto a Dubai.
Le importazioni principali degli Emirati sono i manufatti, i macchinari, le attrezzature e i mezzi di trasporto.
Moneta
Il dirham degli Emirati Arabi Uniti fu introdotto nel 1973. Sostituiva il riyal di Qatar e Dubai alla pari. Il riyal di Qatar e Dubai riyal aveva circolato dal 1966 in tutti gli emirati eccetto Abu Dhabi, dove il dirham sostituì il dinaro del Bahrain con un cambio di 1 dirham = 0,1 dinar. Prima del 1966 gli emirati usavano la rupia del Golfo. Come in Qatar gli emirati per breve tempo usarono riyal saudita durante la transizione dalla rupia del Golfo al riyal del Qatar e Dubai.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno un'economia aperta, con il sesto reddito pro-capite del mondo. Le esportazioni di petrolio e di gas naturale svolgono un ruolo importante nell'economia dello Stato, soprattutto in quella di Abu Dhabi. Oltre l'85% dell'economia degli Emirati Arabi Uniti si basa sulle esportazioni di risorse naturali. L'industria metallurgica (soprattutto dell'alluminio, dell'acciaio, del ferro) insieme al settore tessile sono capaci di produrre una quantità molto significativa del PIL e si prevede che entro i prossimi 40-60 anni, di superare le entrate derivanti dal petrolio e le esportazioni di gas naturale.
Per quanto riguarda il settore dello spettacolo è in costruzione Dubailand, che dovrebbe essere due volte le dimensione di Disney World, e la Dubai Sports City, che non solo fornirà la "casa" per le squadre sportive locali, ma può far parte della futura offerta olimpica degli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, la preoccupazione principale è che questo boom edilizio, costruito sul debito e sulla speculazione, possa creare una crisi del bilancio statale, come è accaduto a Dubai.
Le importazioni principali degli Emirati sono i manufatti, i macchinari, le attrezzature e i mezzi di trasporto.
Moneta
Il dirham degli Emirati Arabi Uniti fu introdotto nel 1973. Sostituiva il riyal di Qatar e Dubai alla pari. Il riyal di Qatar e Dubai riyal aveva circolato dal 1966 in tutti gli emirati eccetto Abu Dhabi, dove il dirham sostituì il dinaro del Bahrain con un cambio di 1 dirham = 0,1 dinar. Prima del 1966 gli emirati usavano la rupia del Golfo. Come in Qatar gli emirati per breve tempo usarono riyal saudita durante la transizione dalla rupia del Golfo al riyal del Qatar e Dubai.
Cultura e storia
Cultura
Il Paese è uno dei più ricchi al mondo e la cultura tradizionale sembra essere stata soppiantata dalla filosofia del dollaro.
Gli investimenti stranieri e la corsa all’oro nero hanno cambiato la mentalità di questa gente, essenzialmente beduina sino a pochi decenni fa. È difficile constatare l’impulso e l’accelerazione che il petrolio ha impresso a questo paese, e se fino al secolo scorso questa terra era ancora strutturalmente semplice e con una configurazione tipicamente tribale, fondata sulla pastorizia e la pesca, oggi la situazione è decisamente irriconoscibile; i mestieri non si trasmettono più di padre in figlio, magari con l’ausilio di capi clan o sciamani, ma piuttosto per mezzo dei professoroni di economia delle migliori università americane e inglesi. Forse, l’unico elemento di tradizione è rappresentato dall’islam, la religione di stato.
Storia
Soggetta a partire dal Cinquecento dapprima all’influenza portoghese, poi a quella olandese e inglese, la regione fu nota fino alla metà del 19° sec. con il nome di Costa dei Pirati. In seguito all’affermazione, dalla fine del Settecento, del predominio inglese nel Golfo, i piccoli emirati arabi della costa furono progressivamente costretti a porre termine alla pirateria e al commercio degli schiavi africani e ad accettare la tutela di Londra. Dopo il trattato del 1853, che stabiliva una tregua marittima permanente, gli emirati presero il nome di Stati della Tregua; con i trattati del 1892 furono posti anche formalmente sotto il protettorato del Regno Unito, che lasciò alle tradizionali dinastie regnanti un potere pressoché assoluto sul piano interno.
Il protettorato inglese ebbe termine nel 1971 e 6 dei 7 emirati diedero vita alla federazione degli E. (il settimo, Rās al-Khaymah, aderì nel 1972). Ogni emirato ha mantenuto un’ampia autonomia e i tentativi di centralizzazione, promossi soprattutto da Abū Dhābi, hanno incontrato notevoli resistenze. Il peso preponderante, sul piano economico e demografico, di Abū Dhābi (capitale dal 1996) e Dubai si è tradotto nella regolare riconferma (dal 1971), del presidente e del vicepresidente: rispettivamente l’emiro Zayed bin Sultan al-Nahyān (cui nel 2004 è succeduto il figlio Khalifa bin Zayed al-Nahyān) e Rashid bin Said al-Maktoum (sostituito nel 1990 dal figlio Maktoum bin Rashid al-Maktoum). In politica estera gli Emirati hanno stabilito stretti rapporti con l’Arabia Saudita, insieme alla quale nel 1981 hanno costituito un organismo di cooperazione economica e militare, il Consiglio di cooperazione del Golfo, nel cui ambito hanno partecipato al conflitto con l’Iraq nel 1991. Negli anni 1990, infatti, un vasto piano di riarmo fu accompagnato da un’intensa attività diplomatica con gli Stati Uniti, considerati un indispensabile alleato sia nei confronti di Ṣaddām Ḥusain sia nei confronti dell’Iran e delle sue mire egemoniche sul Golfo Arabico. Tuttavia, venne negata a USA, Francia Gran Bretagna la possibilità di costruire basi militari e di far stazionare truppe che non fossero sottoposte alla giurisdizione di Abū Dhābi. In politica interna il governo promosse un rafforzamento dell’identità religiosa del paese, per rinsaldare i legami della popolazione autoctona araba, divenuta minoritaria per l’immigrazione di lavoratori di altri paesi asiatici. All’inizio del 2000 si è intensificata la prevenzione contro il terrorismo islamico. Khalifa bin Zayed al-Nahyān ha per la prima volta indetto delle elezioni (2006), per designare 20 dei 40 membri del Consiglio federale nazionale, organo consultivo senza poteri legislativi.
Il Paese è uno dei più ricchi al mondo e la cultura tradizionale sembra essere stata soppiantata dalla filosofia del dollaro.
Gli investimenti stranieri e la corsa all’oro nero hanno cambiato la mentalità di questa gente, essenzialmente beduina sino a pochi decenni fa. È difficile constatare l’impulso e l’accelerazione che il petrolio ha impresso a questo paese, e se fino al secolo scorso questa terra era ancora strutturalmente semplice e con una configurazione tipicamente tribale, fondata sulla pastorizia e la pesca, oggi la situazione è decisamente irriconoscibile; i mestieri non si trasmettono più di padre in figlio, magari con l’ausilio di capi clan o sciamani, ma piuttosto per mezzo dei professoroni di economia delle migliori università americane e inglesi. Forse, l’unico elemento di tradizione è rappresentato dall’islam, la religione di stato.
Storia
Soggetta a partire dal Cinquecento dapprima all’influenza portoghese, poi a quella olandese e inglese, la regione fu nota fino alla metà del 19° sec. con il nome di Costa dei Pirati. In seguito all’affermazione, dalla fine del Settecento, del predominio inglese nel Golfo, i piccoli emirati arabi della costa furono progressivamente costretti a porre termine alla pirateria e al commercio degli schiavi africani e ad accettare la tutela di Londra. Dopo il trattato del 1853, che stabiliva una tregua marittima permanente, gli emirati presero il nome di Stati della Tregua; con i trattati del 1892 furono posti anche formalmente sotto il protettorato del Regno Unito, che lasciò alle tradizionali dinastie regnanti un potere pressoché assoluto sul piano interno.
Il protettorato inglese ebbe termine nel 1971 e 6 dei 7 emirati diedero vita alla federazione degli E. (il settimo, Rās al-Khaymah, aderì nel 1972). Ogni emirato ha mantenuto un’ampia autonomia e i tentativi di centralizzazione, promossi soprattutto da Abū Dhābi, hanno incontrato notevoli resistenze. Il peso preponderante, sul piano economico e demografico, di Abū Dhābi (capitale dal 1996) e Dubai si è tradotto nella regolare riconferma (dal 1971), del presidente e del vicepresidente: rispettivamente l’emiro Zayed bin Sultan al-Nahyān (cui nel 2004 è succeduto il figlio Khalifa bin Zayed al-Nahyān) e Rashid bin Said al-Maktoum (sostituito nel 1990 dal figlio Maktoum bin Rashid al-Maktoum). In politica estera gli Emirati hanno stabilito stretti rapporti con l’Arabia Saudita, insieme alla quale nel 1981 hanno costituito un organismo di cooperazione economica e militare, il Consiglio di cooperazione del Golfo, nel cui ambito hanno partecipato al conflitto con l’Iraq nel 1991. Negli anni 1990, infatti, un vasto piano di riarmo fu accompagnato da un’intensa attività diplomatica con gli Stati Uniti, considerati un indispensabile alleato sia nei confronti di Ṣaddām Ḥusain sia nei confronti dell’Iran e delle sue mire egemoniche sul Golfo Arabico. Tuttavia, venne negata a USA, Francia Gran Bretagna la possibilità di costruire basi militari e di far stazionare truppe che non fossero sottoposte alla giurisdizione di Abū Dhābi. In politica interna il governo promosse un rafforzamento dell’identità religiosa del paese, per rinsaldare i legami della popolazione autoctona araba, divenuta minoritaria per l’immigrazione di lavoratori di altri paesi asiatici. All’inizio del 2000 si è intensificata la prevenzione contro il terrorismo islamico. Khalifa bin Zayed al-Nahyān ha per la prima volta indetto delle elezioni (2006), per designare 20 dei 40 membri del Consiglio federale nazionale, organo consultivo senza poteri legislativi.
Aspetti ambientali e climatici
Aspetti ambientali
Gli Emirati Arabi Uniti sono situati nel sud-ovest dell'Asia, bagnati dal Golfo di Oman e dal Golfo Persico e incastonati tra Oman e Arabia Saudita, sono un punto di transito fondamentale per il trasporto del greggio.
Il confine con l'Arabia Saudita, a ovest, sud e sud-est, è lungo circa 530 km mentre il confine con l'Oman a sud-est e nord-est è di 450 km. Il confine con il Qatar a nord-ovest è di circa 19 km, ma è fonte di controversie ancora in corso tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La lunghezza totale della costa degli Emirati Arabi Uniti è di 1318 km. Numerose isole si trovano nel Golfo Persico, e la proprietà di alcune di esse è stata oggetto di controversie internazionali tra Iran, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Quasi la totalità del territorio è occupata dal deserto. Solo nell'estremità orientale sono presenti formazioni montuose, la Catena del Hajar (montagne di roccia), a ridosso del confine con l'Oman. A sud e ad ovest della capitale Abu Dhabi il deserto si fonde nel Rub' al-Khali dell'Arabia Saudita. La zona del deserto di Abu Dhabi comprende due importanti oasi con un'adeguata quantità d'acqua sotterranea per insediamenti permanenti e per la coltivazione.
Clima
Il clima degli Emirati Arabi Uniti è subtropicale arido, con inverni miti ed estati calde. I mesi più caldi dell'anno sono luglio ed agosto, periodo in cui le temperature medie raggiungono massime di oltre 48 °C sulla pianura costiera. Sulle montagne dell'Hajjar, le temperature sono notevolmente inferiori, a causa della maggiore altitudine. Le temperature medie di gennaio e febbraio raggiungono minime tra i 10 e i 14 °C. Durante i mesi di fine estate, sulla regione costiera soffia un vento umido sud-orientale conosciuto come Sharqi. La media annua delle precipitazioni nella zona costiera è meno di 120 mm, ma in alcune zone di montagna le precipitazioni annuali spesso raggiungono i 350 mm. La regione costiera è soggetta a occasionali ma violente tempeste di polvere, che possono ridurre notevolmente la visibilità.
Gli Emirati Arabi Uniti sono situati nel sud-ovest dell'Asia, bagnati dal Golfo di Oman e dal Golfo Persico e incastonati tra Oman e Arabia Saudita, sono un punto di transito fondamentale per il trasporto del greggio.
Il confine con l'Arabia Saudita, a ovest, sud e sud-est, è lungo circa 530 km mentre il confine con l'Oman a sud-est e nord-est è di 450 km. Il confine con il Qatar a nord-ovest è di circa 19 km, ma è fonte di controversie ancora in corso tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La lunghezza totale della costa degli Emirati Arabi Uniti è di 1318 km. Numerose isole si trovano nel Golfo Persico, e la proprietà di alcune di esse è stata oggetto di controversie internazionali tra Iran, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Quasi la totalità del territorio è occupata dal deserto. Solo nell'estremità orientale sono presenti formazioni montuose, la Catena del Hajar (montagne di roccia), a ridosso del confine con l'Oman. A sud e ad ovest della capitale Abu Dhabi il deserto si fonde nel Rub' al-Khali dell'Arabia Saudita. La zona del deserto di Abu Dhabi comprende due importanti oasi con un'adeguata quantità d'acqua sotterranea per insediamenti permanenti e per la coltivazione.
Clima
Il clima degli Emirati Arabi Uniti è subtropicale arido, con inverni miti ed estati calde. I mesi più caldi dell'anno sono luglio ed agosto, periodo in cui le temperature medie raggiungono massime di oltre 48 °C sulla pianura costiera. Sulle montagne dell'Hajjar, le temperature sono notevolmente inferiori, a causa della maggiore altitudine. Le temperature medie di gennaio e febbraio raggiungono minime tra i 10 e i 14 °C. Durante i mesi di fine estate, sulla regione costiera soffia un vento umido sud-orientale conosciuto come Sharqi. La media annua delle precipitazioni nella zona costiera è meno di 120 mm, ma in alcune zone di montagna le precipitazioni annuali spesso raggiungono i 350 mm. La regione costiera è soggetta a occasionali ma violente tempeste di polvere, che possono ridurre notevolmente la visibilità.
Documenti, sicurezza ed ordine pubblico
Negli Emirati Arabi Uniti, il livello di sicurezza è più che buono.
Si consiglia di mantenere comunque una soglia di attenzione ed un comportamento discreto, prudente e rispettoso dell'ambiente evitando gli assembramenti e le manifestazioni che potrebbero formarsi in prossimità delle moschee, specialmente durante la preghiera del venerdì e nei giorni delle feste religiose. Il consumo di bevande alcoliche è consentito, con alcune limitazioni, solo ai non musulmani. Si consiglia un certo rispetto nei confronti della morale islamica, soprattutto durante il mese del Ramadan, quando anche ai non musulmani è fatto divieto, dall'alba al tramonto, di consumare in pubblico cibi, bevande e tabacco. Si consiglia comunque di segnalare la propria presenza all'Ambasciata di Abu Dhabi o Consolato Generale di Dubai e di registrare i dati relativi al viaggio sul sito Dove siamo nel mondo.
Si consiglia di mantenere comunque una soglia di attenzione ed un comportamento discreto, prudente e rispettoso dell'ambiente evitando gli assembramenti e le manifestazioni che potrebbero formarsi in prossimità delle moschee, specialmente durante la preghiera del venerdì e nei giorni delle feste religiose. Il consumo di bevande alcoliche è consentito, con alcune limitazioni, solo ai non musulmani. Si consiglia un certo rispetto nei confronti della morale islamica, soprattutto durante il mese del Ramadan, quando anche ai non musulmani è fatto divieto, dall'alba al tramonto, di consumare in pubblico cibi, bevande e tabacco. Si consiglia comunque di segnalare la propria presenza all'Ambasciata di Abu Dhabi o Consolato Generale di Dubai e di registrare i dati relativi al viaggio sul sito Dove siamo nel mondo.
Raggiungibilità e trasporti interni
I principali aeroporti internazionali degli Emirati Arabi sono a Dubai e Abu Dhabi, ma un numero sempre crescente di compagnie aeree utilizzano anche quello di Sharjah. Negli Emirati Arabi non esistono voli interni. Ci sono altri piccoli aeroporti internazionali a Fujairah, Ras al-Khaimah e Al-Ain, usati principalmente dai voli charter. Non c'è nessuna tassa d'imbarco alla partenza se si viaggia in aereo. Da Dubai e Abu Dhabi ci sono voli giornalieri per la maggior parte delle città europee e per le principali destinazioni mediorientali e del Golfo. La compagnia aerea di Dubai è Emirates Airlines (www.emirates.com), mentre quella nazionale è Etihad Airways (www.etihadairways.com).
I pullman della Oman National Transport Company (ONTC) collegano Dubai a Muscat via Hatta e vice versa.
La compagnia di navigazione iraniana Valfajre-8 ha due traghetti settimanali che fanno la spola tra Bandar e Abba in Iran e Port Khalid a Sharjah; la traversata dura 12 ore. Gli autobus o minibus Dubai Transport viaggiano in tutti gli emirati, ma l'unica linea che trasporta passeggeri nel viaggio di ritorno è quella di Sharjah. Avere una macchina è il modo migliore di esplorare gli Emirati Arabi. Le strade principali sono ben tenute.
I pullman della Oman National Transport Company (ONTC) collegano Dubai a Muscat via Hatta e vice versa.
La compagnia di navigazione iraniana Valfajre-8 ha due traghetti settimanali che fanno la spola tra Bandar e Abba in Iran e Port Khalid a Sharjah; la traversata dura 12 ore. Gli autobus o minibus Dubai Transport viaggiano in tutti gli emirati, ma l'unica linea che trasporta passeggeri nel viaggio di ritorno è quella di Sharjah. Avere una macchina è il modo migliore di esplorare gli Emirati Arabi. Le strade principali sono ben tenute.
Gastronomia
Il menù degli EAU è simile a quello degli altri paesi mediorientali; tuttavia, a causa dell’importante presenza straniera nel Paese, soprattutto americana e occidentale, la cucina internazionale sembra oramai soppiantare le vecchie e prelibate pietanze beduine.
Se amate il sapore delle tradizioni locali andate alla ricerca del famoso pane arabo (khobs); accompagnerà a meraviglia il pollo alla griglia (dajaj), gli spiedini di carne d’agnello speziata, noti col nome di kefta, e le minute polpette di ceci fritte (falafel). Molto gradevole è anche il fuul, una riuscita combinazione di fave, fagioli neri e lenticchie condita con aglio e limone. Da non perdere è infine la magnifica crema di ceci macerata con aglio, olio di oliva e succo di limone chiamata hummuss.
Fra le bevande non poteva mancare il nutriente e aspro latte di cammella, oltre ai celeberrimi caffè arabo e tè alla menta (shai na’a na’a).
Se amate il sapore delle tradizioni locali andate alla ricerca del famoso pane arabo (khobs); accompagnerà a meraviglia il pollo alla griglia (dajaj), gli spiedini di carne d’agnello speziata, noti col nome di kefta, e le minute polpette di ceci fritte (falafel). Molto gradevole è anche il fuul, una riuscita combinazione di fave, fagioli neri e lenticchie condita con aglio e limone. Da non perdere è infine la magnifica crema di ceci macerata con aglio, olio di oliva e succo di limone chiamata hummuss.
Fra le bevande non poteva mancare il nutriente e aspro latte di cammella, oltre ai celeberrimi caffè arabo e tè alla menta (shai na’a na’a).